30 ANNI NEW

LA CARITAS RIMINESE DALLA NASCITA AD OGGI

La Caritas Italiana viene costituita il 2 luglio 1971 con decreto della Cei, dopo la cessazione, nel 1968, della Poa (Pontificia opera di assistenza) e delle Oda (Opera diocesana assistenza). Per questo nuovo  organismo pastorale Paolo VI indica mete non solo assistenziali, ma anche pastorali e pedagogiche. Nei primi anni ‘70 a Rimini non si parla ancora ufficialmente di Caritas, ma la carità è già presente e attiva in tutta la Diocesi. Il “Centro della carità diocesana” si trova presso la Casa del clero. Una piccola  mensa della fraternità è già attiva nei locali adiacenti la chiesa di Santa Rita. Tra le iniziative caritative della città, nel 1971, il vescovo Emilio Biancheri (1953-1976)propone una raccolta di fondi per gli alluvionati in Pakistan che realizza 5 milioni di lire.

Il 6 aprile 1976 viene istituita la prima Commissione diocesana, Justitia et Pax, per promuovere l’attenzione ai problemi dell’uomo. Il 22 febbraio 1977, monsignor Giovanni Locatelli, viene nominato Vescovo della Chiesa di Rimini e San Marino-Montefeltro. Alla guida del Centro diocesano di aiuto ai più poveri, viene riconfermato il parroco di Sant’ Agostino: canonico Sisto Quinto Casadei Menghi.

Il 25 gennaio 1978, con l’Atto di costituzione del “Centro Pastorale Caritas”, come da proposta del Consiglio permanente della Cei, nasce ufficialmente la Caritas riminese. Già dai primi mesi di vita, il suo impegno si attualizza anche al di fuori dei confini nazionali; i primi aiuti internazionali sono rivolti alla popolazione dello Zaire, dove si muore di colera. L’ufficio della Caritas si trova in via Isotta, dove, ad aiutare il canonico Casadei Menghi, ci sono alcuni obiettori di coscienza, tra i quali Natalino Valentini, Alberto Cenci e Stefano Albani. Per finanziare le attività caritative, in questi anni, la Caritas diocesana organizza, periodicamente, una raccolta di stracci e indumenti, alla quale i riminesi partecipano in maniera generosa. Quella del 17 novembre 1979, che coinvolge tutte le parrocchie della Diocesi, raccoglie fondi per circa 8 milioni di lire. Gli anni ’80 vedono la Caritas impegnata, insieme all’Associazione Papa Giovanni XXIII, nella realizzazione della nuova mensa diocesana, che accoglie i suoi primi ospiti il 2 gennaio 1980, nei locali della parrocchia di Borgo San Giuliano.

 Il 23 Novembre 1980 un terremoto colpisce Basilicata, Irpinia e Campania, provoca 2914 morti. Il Consiglio presbiterale della Diocesi di Rimini decide di raccogliere offerte per costruire un mini villaggio. La Caritas italiana assegna alla Diocesi il paese di Castelgrande, dove alcuni volontari riminesi sono già sul posto.

Nell’estate del 1981 cominciano i lavori per la costruzione di dieci appartamenti, che si concludono il 2 settembre 1983, con la consegna delle chiavi, alla presenza del vescovo di Potenza e di monsignor Giovanni Locatelli, vescovo di Rimini. Il costo complessivo, frutto della sottoscrizione diocesana, è di 310 milioni di lire.

Dal 1984 don Pierpaolo Conti è il nuovo direttore della Caritas diocesana, incarico che ricopre per circa tre anni. Attraverso una lettera circolare aperta alle parrocchie della Diocesi, il nuovo direttore chiede ad ogni parroco di mandare almeno un volontario, per dare una mano nell’aiuto concreto ai bisognosi. Giovanni Sardo è incaricato di portare la voce della Caritas nelle parrocchie. Il responsabile della segreteria della Caritas, da allora in via IV Novembre, è Piero Vannoni.

A gennaio del 1985 inizia a funzionare, in via Santa Chiara, 35, la Casa di accoglienza “Madonna della Neve”. Nello stesso anno nasce il progetto “Operazione Cuore”. È rivolto a bambini africani con problemi cardiaci. A portarlo avanti, in Zimbabwe, nella missione diocesana, la dottoressa riminese Marilena Pesaresi; si avvale della collaborazione del fratello Tonino, a Rimini, e di altri medici dell’ Emilia Romagna. Il 7 giugno 1985, per dare forma ufficiale e giuridica alle iniziative promosse dalla Caritas diocesana, viene costituita la Cooperativa “Madonna della Carità”. Il primo presidente è Mario Angelini; 17 i soci fondatori. Dal mese di luglio la Casa di accoglienza “Madonna della Neve” è condotta dalla Cooperativa “Madonna della Carità”. Nel 1986, la Cooperativa riceve come lascito lo stabile sito in via Santa Chiara, già sede della Casa di accoglienza, dove, dal 7 ottobre, iniziano il servizio le suore Figlie della Carità, di San Vincenzo de Paoli.

Tra il 1987 e il 1989, alla guida della Caritas si susseguono: il diacono Probo Vaccarini, don Natale Imola, e don Sergio della Valle. Maggiore stabilità viene raggiunta nell’aprile del 1989, quando l’Amministratore apostolico monsignor Ersilio Tonini nomina direttore don Luigi Ricci. Quando le suore Stimmatine lasciano Rimini, cedono alla Caritas (in affitto), tutti gli ambienti del loro istituto. Con i nuovi locali di via Santa Chiara, al numero 32/34, è possibile trasferirvi la sede della “Mensa della Fraternità, che comincia a funzionare dal 13 aprile 1989. Nello stesso anno, in via Brighenti, viene istituito l’ “Ufficio Casa e Lavoro”, servizio dedicato in particolare agli stranieri e alle loro famiglie. Il dormitorio, prima a Casa “Madonna della Neve”, viene spostato nella sede di via Santa Chiara, 34, inaugurata il 18 Novembre 1989. Da questo momento tutti i servizi della Caritas sono presenti in uno stesso stabile. Il servizio mensa accoglie 40 persone, il dormitorio può ospitare 20 uomini e 10 donne; è attivato il servizio docce con cambio biancheria e un ambulatorio medico.

Sempre nel 1989 la Caritas attiva il servizio “pasto caldo”, ora “giro nonni”, che consiste nella consegna del pranzo a domicilio, alle persone anziane che non possono prepararlo da sole. Con il trasferimento della Caritas in via Santa Chiara, inizia anche il “giro mobili”, raccolta di materiali usati; mobili, cucine, materassi etc, che vengono portati al magazzino della parrocchia di San Vito e che possono essere ritirati con un’offerta fatta alla Caritas.

 Gli anni ‘90 sono, per la Chiesa italiana, quelli degli orientamenti pastorali “Evan-gelizzazione e testimonianza della carità”. Tra gli obiettivi indicati nel decennio dalla Cei emerge la costituzione della Caritas in ogni parrocchia. Don Luigi Ricci, seguendo gli orientamenti nazionali, individua cinque linee di impegno: la formazione, il lavorare insieme, presenza dei laici, tenere vivo il problema del terzo mondo, la Caritas in ogni parrocchia. In questi anni l’impegno internazionale è rivolto, in particolare, a ex Jugoslavia, Albania, Somalia. Dal luglio del 1991 inizia la sua attività, in un locale di Casa Marvelli, il “Centro Animazione Caritas”. Il suo compito è l’animazione della comunità cristiana alla carità, alla giustizia, alla pace.

Il 23 settembre 1991 il “Telefono della solidarietà” effettua le sue prime chiamate. Il servizio, rivolto agli anziani della città, si realizza con la telefonata di compagnia, col sostegno morale e con l’aiuto in piccoli lavori domestici. Il 1991 è l’anno dell’ “Emergenza Albania”. Navi cariche di persone sbarcano in Italia. Caritas italiana e Caritas riminese si attivano con l’invio di beni di pronto intervento. Dopo l’accoglienza di molti albanesi nelle parrocchie riminesi, nell’agosto del 1992 don Renzo Gradara, a Tirana, a nome della Diocesi, prende accordi con il Nunzio apostolico Ivan Dias, che gli indica Kuçova come sede per una eventuale missione. Dopo alcuni viaggi logistici nel novembre 1993 un’ équipe, composta da don Giuseppe Vaccarini, suor Norma Ugolini, suor Alda Perli e suor Vittoria Putruele, parte per l’Albania: destinazione Kuçova.

In seguito alla legge n.266 del 1991 sul volontariato, il 28 ottobre 1992 viene istituita l’Associazione “Madonna della Carità”; promossa dalla Caritas diocesana, si ispira ai valori cristiani della carità, gratuità e condivisione che cerca di promuovere, in particolare, curando i momenti formativi dei soci volontari. Presidente dell’Associazione è Luigia Migliorati, primo segretario Marco Baldelli.

Nel 1993 la Caritas diocesana allestisce, in via Popilia, il “Centro nomadi”, come Centro di Ascolto per le famiglie.

 Il 1994 si caratterizza per le attività rivolte agli immigrati. Con la convenzione stipulata con il Comune di Rimini, viene attivato il Centro Servizi Immigrati, in via Brighenti; l’Associazione “Madonna della Carità” comincia a gestire due case-alloggio per extracomunitari. Don Alessandro Crescentini, allora parroco di Tavoleto, viene nominato da monsignor Mariano De Nicolò (vescovo di Rimini 1989-2007) responsabile della Pastorale diocesana agli immigrati, in collaborazione con la Caritas locale. Nel novembre 1994 un’alluvione colpisce il Piemonte. La Caritas riminese effettua una raccolta di fondi che raggiunge gli 80 milioni di lire e interviene, operativamente, con alcuni obiettori e volontari a Canelli, nella zona di Alba, in collegamento con le Caritas locali.

 Nel 1995, per volontà del vescovo De Nicolò, presso la sede della Curia, in via IV Novembre, 35, viene aperto il “Centro Betania”, rivolto agli stranieri di fede cattolica, e coordinato da suor Mary Polycarp, nigeriana. Il 1995 è il primo anno in cui si svolge, nella chiesa di S. Agnese la “Messa dei popoli”, in occasione dell’Epifania (negli anni seguenti al Duomo di Rimini).

Il 1 marzo 1996 si è costituita la Cooperativa Sociale “La formica”. Nata dall’idea di solidarietà sociale di sei giovani, obiettori di coscienza presso la Caritas di Rimini nel biennio 1993-1994, si prefigge lo scopo dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. La Caritas diocesana contribuisce alla nascita di questa realtà, che in seguito diventa completamente autonoma. Il 24 settembre 1996 si svolge l’assemblea costitutiva dell’associazione “Famiglie Insieme”, della quale il direttore della Caritas è presidente. Rivolta alla famiglia e nata per contrastare il fenomeno dell’usura. Concedendo prestiti alle persone bisognose, si prefigge di intervenire, anche a livello educativo, per un uso responsabile del denaro. Nel novembre 1996 è a Rimini il convegno diocesano delle Caritas parrocchiali dal titolo “La Chiesa verso il 2000, con la Carità dentro la storia”. L’anno seguente, la direzione, della Caritas cambia sede e da via F.lli Bandiera, dove era temporaneamente, viene trasferita in via Santa Chiara, 35. Continua anche in questi anni l’impegno internazionale della Caritas diocesana. La Caritas nel maggio 1997, invia un contributo di 70 milioni di lire a sostegno dei profughi della Regione dei grandi laghi. Don Elvio Damoli, direttore di Caritas Italiana, ringrazia pubblicamente Rimini.

 Il 26 settembre 1997, un violento terremoto colpisce Umbria e Marche. La Caritas riminese interviene, insieme al Comune di Rimini, sia con un sostegno economico (la Caritas devolve 80 milioni di lire), sia con l’apporto di volontari e obiettori di coscienza, coordinati da Giorgio de Luca. Alla Caritas di Rimini vengono affidati sette campi nel Comune di Serravalle di Chienti, dove sono presenti 150 persone. Vengono realizzati una serie di interventi tesi ad alleviare i disagi della popolazione, a maggioranza anziana.

 Con la legge 230 dell’8 luglio del 1998, viene affermato che “…l’obiezione di coscienza è un diritto soggettivo, con pari dignità rispetto al servizio militare”. In questo momento, con 5 mila obiettori in servizio in 190 Caritas diocesane, la Caritas è l’Ente che accoglie il maggior numero di obiettori in servizio in Italia.

 Il 24 marzo 1999 la NATO bombarda Belgrado. Quando i primi profughi kosovari arrivano in Albania, nel periodo pasquale, la Caritas diocesana interviene, insieme a Comune e Provincia di Rimini, Ausl e Protezione civile, in appoggio alla missione di Kuçova e Berat, dove opera don Giuseppe Vaccarini. Nei locali della missione vengono ospitate 13 persone a Kuçova, 30 ad Uznove, 15 alla casa nel Castello di Berat. Su richiesta del Comune di Kuçova, è poi allestito un campo profughi a Kozare, che ospita 220 kosovari. A questo intervento partecipano la Caritas diocesana e il Comune di Rimini. Il sostegno ai kosovari, ad opera della missione, si amplia da Kuçova ai villaggi limitrofi, fino a Berat e a tutti i villaggi del suo distretto. Per circa un mese la missione di Kuçova, sostiene contemporaneamente quasi 5 mila kosovari: quelli ospitati presso le strutture della missione diocesana, quelli accolti nelle famiglie albanesi, quelli assistiti nel campo profughi a Kozare (vicino a Kuçova), gestito dalla missione e dalla Caritas di Rimini. In seguito la Caritas diocesana partecipa anche ad un progetto della Caritas regionale in Kosovo, con più di 300 milioni di lire.

 L’anno 2000 e l’inizio del nuovo millennio 

Il percorso della Caritas Italiana e delle Caritas diocesane nell’anno del Giubileo è segnato da cammini di carità. Quattro i grandi ambiti dell’impegno a livello nazionale e diocesano: il debito estero, la tratta di persone a scopo di sfruttamento sessuale, il carcere, la disoccupazione giovanile. Inoltre ricordiamo l’impegno diocesano e parrocchiale per povertà di strada, devianza minorile, immigrazione, insediamenti nomadi. A livello planetario, il 2000 è segnato da eventi significativi: alluvioni in Venezuela, Mozambico e Golfo del Bengala, siccità che ha colpito il Corno d’Africa, violenti conflitti interni in Colombia, Angola, Sudan, Repubblica democratica del Congo, Indonesia e Palestina. In queste situazioni la Caritas diocesana interviene, con l’apertura di alcune sottoscrizioni e con interventi di aiuto, a favore delle popolazioni colpite.

A livello locale, dal 4 al 7 settembre 2000, si tiene a Bellaria il 26° Convegno nazionale delle Caritas diocesane dal titolo “Ho avuto fame e … l’avete fatto a me”. In pellegrinaggio verso Cristo presente nei poveri. Le persone accolte dalla Caritas diocesana, nel 2000, sono state 1522, con una maggioranza di uomini rispetto alle donne. A giugno Pietro Borghini viene eletto Presidente della Coperativa “Madonna della Carità”. Il 20 dicembre, con verbale del Consiglio, la Cooperativa decide la vendita della sede di via Santa Chiara.

 Il 2001 è caratterizzato da due importanti cambiamenti per la Caritas riminese. In primavera la Caritas diocesana, fino ad allora in via Santa Chiara, 34, viene trasferita in via Madonna della Scala, 7. La struttura, nota ai riminesi come “Casa del Marinaio”, è collocata di fronte al Santuario “Madonna della Scala” ed è sede di tutti i servizi Caritas. Il 26 maggio 2001, il vescovo monsignor Mariano De Nicolò, inaugura il nuovo edificio. Il 6 marzo, il Parlamento Italiano approva la legge n° 64, che istituisce il Servizio Civile Nazionale. A settembre la Caritas diocesana cambia anche il responsabile. Don Renzo Gradara, parroco del Crocifisso, viene nominato dal vescovo di Rimini, nuovo direttore. Il “Centro educativo Caritas” inizia la sua attività nel 2001. Primariamente rivolto ai bambini Rom, nel 2004 apre le porte anche ai bimbi della numerosa comunità cinese presente a Rimini. L’11 novembre 2001 si tiene, in via Madonna della Scala,7, l’assemblea diocesana delle Caritas parrocchiali e viene intensificato il lavoro per lo sviluppo delle Caritas parrocchiali, interparrocchiali e dei Centri di Ascolto.

L’anno pastorale della Caritas diocesana, nel 2002-2003, è guidato dal tema “Pace, giustizia e stile di vita: comunicare il vangelo della carità in un mondo che cambia”. Hanno inizio nel 2002 i progetti di solidarietà internazionale, proposti, sviluppati e gestiti insieme alle comunità di immigrati presenti a Rimini. Un modo per far riflettere anche i riminesi sulla presenza degli immigrati in Diocesi. I progetti vengono finanziati anche con la lotteria che si tiene ogni anno a gennaio, presso la Caritas diocesana. Dal 17 al 20 giugno 2002, Bellaria ospita il 28° Convegno Nazionale delle Caritas diocesane dal titolo “Lungo le strade del quotidiano”, una riflessione per collegare emergenze e quotidianità. Nel 2002 la Caritas diocesana di Rimini si dota di un nuovo strumento di servizio ai poveri, l’ “Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse”, con la finalità di favorire la conoscenza del disagio sociale presente sul territorio della Diocesi. Nello stesso anno la Caritas inizia un progetto in Palestina. Don Renzo Gradara e mons. Aldo Amati visitano la comunità di Taybeh, dove i nuovi locali della scuola vengono inaugurati il 16 maggio 2003 dal vescovo di Rimini. A partire dall’anno pastorale 2002-2003 iniziano a svolgersi a Rimini le celebrazioni delle festività religiose degli immigrati. La Caritas diocesana inizia una collaborazione con la diocesi di Tambacounda (in Senegal). Saranno realizzati progetti per l’acqua, l’agricoltura, la scuola, la costruzione del Seminario diocesano minore e l’avvio di un programma di microcredito per le donne. A dicembre 2002 la Caritas riminese ospita la prima volontaria in Servizio Civile presso la struttura, Gloria Lisi. Nel mese di marzo del 2003, la rete internazionale delle Caritas si mobilita per fronteggiare gli effetti della guerra in Iraq. La riflessione su percorsi di giustizia e pace prosegue con il 29° Convegno nazionale, che si tiene a giugno. Titolo: “Scelte di giustizia, cammini di pace”. Partecipano seicento delegati di 180 Caritas diocesane. “Pace, giustizia, stile di vita: comunicazione, collaborazione, e servizio” sono i pilastri della programmazione della Caritas diocesana per l’anno pastorale 2003-2004.

 Il 2003 è l’anno internazionale dell’acqua; la Caritas grazie al contributo di parrocchie e privati, è impegnata per la costruzione di decine di pozzi in diverse zone del mondo. Nella notte di Pasqua del 2003, sei fanciulli rom del Centro Educativo Caritas ricevono, dal vescovo Mariano De Nicolò, il sacramento del Battesimo. Il primo novembre, per la prima volta a Rimini, si svolge la processione per la festa peruviana di “Nuestro Señor de Los Milagros”. Nel mese di ottobre viene presentato, a Rimini, il Dossier statistico dell’immigrazione, a cura di Caritas di Roma, Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. L’anno si conclude con la prima esposizione dei “Presepi dal mondo” nell’Oratorio san Francesco Saverio, un’iniziativa della Caritas diocesana e del Centro Betania-Migrantes. Il numero degli accolti in Caritas diocesana nel corso del 2003, supera le 2 mila persone. Il 2004 si apre con la celebrazione, come da tradizione, del Natale greco-cattolico per la comunità ucraina e della Messa dei Popoli. Per la prima volta a Rimini, nella chiesa del Crocifisso, si svolge anche la Messa in lingua rumena e in rito greco-cattolico.

Il tema che guida l’anno pastorale Caritas 2004-2005 è: “Una parrocchia che risveglia la fede attraverso la carità. Dalla comunione alla collaborazione”. Il progetto “Centri di ascolto in rete”, unisce 13 Centri di Ascolto, sparsi sul territorio diocesano. L’obiettivo è quello di dare ai Centri di Ascolto strumenti che permettano di diventare protagonisti ed interlocutori nella realizzazione e nello sviluppo di un “sistema integrato di interventi”. Viene elaborata una scheda di rilevazione unica per i dati e realizzati momenti di confronto tra i Centri di Ascolto e la Caritas diocesana. Le persone accolte dal Centro di via Madonna della Scala sono 2.762, con una maggioranza di uomini (55,7%) rispetto alle donne (44,3%). Il 26 dicembre uno tsunami sconvolge l’Oceano Indiano, provocando un disastro senza precedenti, con 190 mila vittime accertate. Caritas Italiana, in collegamento con la rete internazionale e le chiese locali, è da subito accanto alla popolazione colpita. Forte sensibilità in questa occasione viene manifestata dai riminesi che, ancora una volta, offrono il loro aiuto per le persone in difficoltà. La somma raccolta dalla Caritas diocesana, è di oltre 120 mila euro.

Nel 2005 il lavoro della Caritas di lettura e intervento nei contesti nazionale e internazionale, è stato orientato dal documento “Partire dai poveri per costruire comunità”. A livello diocesano l’anno pastorale 2005-2006 è guidato dalla riflessione: “La parrocchia missionaria genera testimoni di Gesù risorto nella vita e nel mondo. Comunione, collaborazione, formazione”. Su questa linea gli operatori del Laboratorio diocesano Caritas parrocchiali prendono parte a diversi incontri nazionali e regionali. Nel corso dell’anno il Centro Servizi Immigrati si allarga. Dal mese di gennaio, infatti, l’associazione “Madonna della carità” è l’Ente gestore degli uffici informativi per i cittadini stranieri in quattro comuni della Valmarecchia (Santarcangelo, Poggio Berni, Verucchio, Torriana), grazie ad una convenzione con la Comunità Montana Valle del Marecchia. Nell’aprile 2005, da un accordo tra la Cooperativa e l’Associazione “Madonna della Carità”, Arci, Associazione Arcobaleno, le associazioni albanese e senegalese, nasce la “Casa dell’intercultura”, per realizzare iniziative che favoriscano l’accoglienza e l’integrazione sociale dei cittadini stranieri, attraverso l’organizzazione di attività interculturali, informative, formative e di socializzazione interetnica. La celebrazione della Pasqua in rito greco-cattolico, conclude la Settimana santa per la comunità rumena presente a Rimini che, per la prima volta, festeggia e condivide il pranzo nei locali della Caritas diocesana. Dopo il 30° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, tenutosi a Fiuggi dal 13 al 16 giugno, la verifica delle prassi pastorali si concentra sul tema “Parrocchia, territorio, Caritas parrocchiale”. Nei mesi di ottobre e novembre si svolgono 11 incontri di zona nel territorio della Diocesi, sul ruolo della Caritas parrocchiale, con la partecipazione di 250 operatori delle Caritas parrocchiali e interparrocchiali. Nel 2005 le persone accolte dai 13 Centri di Ascolto in rete sono 4.785: 55% donne e 45% uomini. La Caritas diocesana da sola registra 2.403 persone, tra le quali emerge una maggioranza di uomini (56,1%), rispetto alle donne (43,9%). L’anno si conclude con la tradizionale mostra dei ‘Presepi dal mondo’, presso l’Oratorio San Francesco Saverio. Nel 2006 le persone che si rivolgono ai 13 Centri di Ascolto, sono 4.078. Prevale la presenza femminile (54,4%), rispetto a quella maschile (45,6%). Da sottolineare una significativa presenza di cittadini italiani, superiore al 20%. Nella Caritas diocesana, nel 2006 la maggioranza è di ospiti uomini (54,4%) rispetto alle donne (45,6%), per un totale di 2.288 presenze. Nel 2005 la Caritas diocesana dà alloggio a 552 persone; numero che cala nel 2006 di quasi cento unità (445). Questa riduzione dipende, in parte, anche dal temporaneo ridimensionamento dei posti letto dovuto alla ristrutturazione dell’immobile. Dopo un anno e mezzo di lavori, sabato 25 novembre, con la benedizione del vescovo mons. Mariano De Nicolò, vengono inaugurati i nuovi locali della Caritas diocesana. L’ampliamento della struttura permette di avviare il progetto di seconda accoglienza “Pacis” (percorsi di accoglienza e condivisione per l’inclusione sociale) e di realizzare un’aula didattica e un grande salone per incontri con scuole, gruppi parrocchiali, feste degli immigrati e attività formative. Una festa, presso la struttura diocesana, ricorda i 150 anni della fondazione delle Figlie della Carità; dal 1986 ogni giorno al servizio dei poveri nella Caritas riminese. Il 22 ottobre la Caritas partecipa all’iniziativa “Porte aperte alla solidarietà”, iniziativa sul territorio, volta a far conoscere ai cittadini riminesi alcuni ambiti di carità. “

Date loro voi stessi da mangiare, ascolto-condivisione-missione” è il tema che ha guida l’anno pastorale della Caritas, 2006-2007. La quarta mostra dei “Presepi dal mondo” nei locali del Palazzo del Podestà, viene visitata da 20 mila persone. Il 1 gennaio 2007 fanno il loro ingresso nell’Unione europea la Bulgaria e la Romania. Quest’ultima è il paese maggiormente rappresentato a Rimini, anche tra i poveri: 4 su 10, sono neocomunitari. Il 21 gennaio 2007, per la prima volta, a Rimini, si svolge la principale festa religiosa della comunità dominicana: “Nuestra Señora de la Altagracia”. Nel mese di maggio il direttore della Caritas visita l’Ucraina, mentre a luglio i ragazzi del Servizio Civile si recano in Albania per attività formative e di servizio, presso la missione diocesana, dal 29 giugno 2003 guidata da don Giovanni Vaccarini. Nello stesso anno, la Caritas diocesana accoglie 2.690 persone: 400 in più rispetto all’anno precedente. Il 27 settembre, festa di San Vincenzo de Paoli (Santo della carità), si svolge la giornata di inaugurazione dell’anno pastorale Caritas. In questa occasione Monsignor Francesco Lambiasi, nominato vescovo di Rimini il 3 luglio 2007, incontra per la prima volta, operatori e volontari presso la Caritas diocesana. Il filo conduttore dell’anno pastorale è: “Un cuore che ascolta e vede per animare e servire: ascolto, discernimento, animazione”, specchio del tema, proposto da Caritas Italiana, “Animazione pastorale Caritas nel servizio ai poveri, alla Chiesa e al territorio/mondo”. L’emergenza Bangladesh muove, ancora una volta, la Caritas sul fronte internazionale, che interviene a favore delle popolazioni colpite dal ciclone Sidr.

 Il 2007, iniziato con il tradizionale appuntamento dell’Epifania e si conclude con la quinta esposizione dei “Presepi dal mondo”, per la prima volta nei locali del Museo della città di Rimini. Una grande risorsa della Caritas diocesana è rappresentata dai volontari, oggi circa 150. Sono persone di ogni età che prestano il loro servizio in modo continuativo. Altra presenza significativa sono i giovani in Servizio Civile e i tanti ragazzi appartenenti a diverse associazioni riminesi e provenienti anche da fuori Provincia, che donano il loro tempo per gli ultimi.

 A cura di Letizia Rossi e Cinzia Sartini

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